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L’indifferenza della gente: avarizia d’aiuto verso il prossimo

Un altro episodio di indifferenza collettiva. Una storia vera, protagonisti: conducente autobus, anziana e passanti.

ROMA – In questi ultimi giorni al centro-nord le piogge imperversano creando danni e disagi senza preoccuparsi di niente e nessuno, però, non è soltanto la pioggia a comportarsi in maniera così strafottente verso la gente comune, sono anche le stesse persone che spesso e volentieri se ne infischiano del prossimo.

Stamani, in una famosa piazza di Roma – Flavio Biondo – che fa da capolinea a diversi autobus della capitale, ecco che accade un fatto spiacevole quanto comune. Un autobus si ferma al capolinea nella piazza, la gente con gli ombrelli in mano si accalca in fretta per salirvi a bordo e altra scende altrettanto in fretta spalancando gli ombrelli per non bagnarsi. Tra tutti questi, un’anziana donna, forse reduce di una recente caduta, timorosa sosta in cima ai gradini che scendono dalla porta anteriore dell’autobus e si guarda intorno rimasta sola nel mezzo, mentre il conducente non spegne il motore nella fretta di ripartire, forse per via del suo ritardo.

1x1.transUn uomo si avvicina a chiedere un’informazione al conducente, allora l’anziana donna gli chiede – “Che mi aiuta a scendere?” –  nessuna risposta da parte dell’uomo che parla con il conducente, allora l’anziana attende che finisca di parlare e poi gli riformula la domanda – “Che mi aiuta a scendere, per favore?” – l’uomo, saputa l’informazione che cercava, se ne va via ignorandola completamente. E l’autista fa orecchie da mercante.

Ecco che l’anziana poi si rivolge a due donne che si avvicinavano in fretta al bus con buste cariche della spesa e ombrelli tra le mani, chiede ancora una volta ad una di loro – “Che mi dà una mano a scendere?” – quest’ultima accorre subito in aiuto della signora e intanto avvisa il conducente – “Aspetti un momento!” – perché ovviamente, aiutata la signora a scendere doveva salire sull’autobus insieme all’altra donna con cui era arrivata. Una volta che l’anziana ha raggiunto il marciapiede accompagnata dalla donna che le ha prestato soccorso, ecco che il conducente chiude le porte e se ne va lasciando a piedi la soccorritrice e l’altra donna che era con lei, con la pioggia battente e tutte le buste della spesa tra le mani.

Perché scrivo qui questa storia? Non c’è una ragione particolare, ma sarebbe già tanto se queste persone che si rispecchiano in quella definizione – strafottenti – si passassero una mano sulla coscienza per una volta e pensassero: io al suo posto? (della signora anziana s’intende).

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dada
16 Maggio 2011 11:34

Questa è la società di oggi. Egoismo, ignoranza, cattiveria e schifo. Alla gente basta avere l’i-phone, guardare il grande fratello e avere il pc per chattare. Il resto non è importante. è una vergogna e + avanti andiamo, peggio sarà.